"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 25 ottobre 2010

IL QUATTROCCHI, L’ANATRA ARBORICOLA



Appartiene all’ordine Anseriformes , famiglia Anatidae, gruppo numeroso di uccelli acquatici comprendente anatre, oche e cigni. Fa pare delle “anatre tuffatrici”. Il suo nome scientifico è Bucephala clangula. Il maschio mostra un netto contrasto tra parti bianche e scure. La testa è nera con riflessi verdastri e con una vistosa chiazza bianca alla base del becco. Collo, petto e fianchi bianchi. Dorso e coda neri; le copritrici delle ali formano una serie di larghe strisce bianche e sottili strisce nere. Becco nero. La femmina ha testa bruno scuro, collare bianco, petto e fianchi grigio-marrone, ventre bianco, dorso nerastro e parti caudali nerastre. Becco nero con punta arancione. Iride gialla. In volo la parte interna dell’ala, bianca, contrasta molto con quella esterna nera. La lunghezza varia tra i 42 e i 50 cm.




Nidifica in prossimità di laghi e fiumi tranquilli purché nei pressi di foreste mature, principalmente di conifere. Pone il nido nelle cavità degli alberi, fino a 2 km di distanza dall’acqua. Si ciba di invertebrati acquatici, ma anche di piccoli pesci e alghe. Sverna in mare e nei grandi laghi (Svizzera, Germania, Austria). Il Quattrocchi nidifica spesso nei nidi abbandonati di Picchio nero e utilizza talora i nidi artificiali. Poco dopo la nascita i piccoli, incapaci di volare, si gettano fuori dal nido posto talora a cinque metri di altezza.




Nidifica nelle regioni a nord del 55° parallelo e, con piccole popolazioni, separate dal corpo principale dell’areale, nell’Europa centrale fino alla Baviera e alla Svizzera. Migratore parziale, in inverno sverna in mare o sui laghi e fiumi, purché abbastanza ampi. In Lombardia è migratore regolare e svernante. Si osserva più spesso sui laghi prealpini, ma anche sui fiumi principali e sui laghi della Brianza. Si può osservare anche in gruppi di qualche centinaia di individui. Il contingente svernante in Lombardia, in aumento negli ultimi anni, è di circa un centinaio di individui.



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