"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 13 dicembre 2010

IL RISCALDAMENTO DELL’ARTICO



Dopo molti calcoli, gli scienziati hanno concluso che gli effetti del riscaldamento della Terra (il così detto Global Warming) , provocato dalle emissioni di diossido di carbonio (CO2) dalle automobili e dalle industrie, sono due volte più visibili al polo Nord e al polo Sud che nella altre parti del mondo. Questi dati pubblicati nel 2004 da un istituto di ricerca americano (l’Arctic Climate Impact Assessment), mostrano che negli ultimi 50 anni le temperature sono mediamente aumentate di 2°C in Alaska e in Siberia. Contemporaneamente la banchisa artica si è ridotta di oltre l’8% in termini di superficie e del 30% in termini di spessore.





Anche l’inlandsis della Groenlandia ha cominciato a sciogliersi. In altre regioni, le terre gelate della tundra subiscono gli stessi mutamenti. Questo disgelo potrebbe provocare una catastrofe liberando nell’aria il metano rimasto finora imprigionato nel permafrost. Questo gas, noto anche con il nome di “gas delle paludi”, deriva dalla decomposizione sotterranea dei vegetali fossili. E’ particolarmente pericoloso: se uscisse allo scoperto, aggraverebbe il riscaldamento del pianeta. Per il famoso astrofisico Hubert Reeves, si tratta, di un drago addormentato che è bene non svegliare…




Quindi cerchiamo tutti di limitare il più possibile il nostro impatto sull’ambiente!




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