"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

domenica 21 dicembre 2014

DERIVA (SKEG) E TIMONE (RUDDER)



Questi due accessori sono fondamentali per la navigazione in kayak? Prima di capirlo una breve spiegazione su cosa sono e a cosa servono. Poi lascio a voi dare una vostra opinione a riguardo.






DERIVA (skeg)
E’ una piccola pinna poppiera che serve a mantenere la rotta rettilinea, in particolare con il mare (o il lago) al traverso o di poppa. E’ alloggiata in un apposito pozzetto interno allo scafo, e può venire immersa o recuperata totalmente o parzialmente (dipende un po’ dalla direzione del vento) facendola scorrere attraverso una fessura praticata nella chiglia del kayak. Esistono due tipi di deriva: a coltello e a baionetta. Quella a coltello è basculante, cioè ruota attorno ad un perno, e si aziona per mezzo di un comando manuale situato a fianco del pozzetto. Quella a baionetta scorre verticale all’interno di una apposito pozzetto previsto di due aperture: una inferiore, situata lungo la linea di chiglia, e una superiore, situata invece sul ponte. La pinna può essere ammainata o recuperata mediante un sistema di rinvii e elastici.






TIMONE (rudder)
I timoni sono generalmente disponibili in kit, facili da installare anche su scafi non predisposti. Si azionano manovrando apposite pedaliere-poggiapiedi, alle quali vengono collegati per mezzo di cavi. Sono alloggiati sulla parte superiore poppa. L’impiego del timone riduce al minimo la necessità di inclinare l’imbarcazione quando si deve virare, il che rappresenta un vantaggio non indifferente. Tuttavia molti kayakisti che all’inizio usano il timone, a mano a mano che acquistano esperienza finiscono per farne spontaneamente a meno. Ma quello dell’utilizzo del timone è un argomento piuttosto controverso nel nostro ambiente. Tra i seakayakers si discute spesso sulla necessità o meno di dotare il kayak di un timone. Basta dare la “pancia” o una pagaiata circolare per virare? La risposta non può essere univoca: dipende dal tipo di scafo. La maggior parte dei kayak da mare europei è stata progettata per fare a meno del timone, anche se vi sono dei modelli, in particolare quelli che presentano il piede di pura o di poppa poco immersi, che in acque mosse beneficiano sicuramente di questo dispositivo.


Solo pochi  dei kayak da mare che ci sono al CK90 hanno il timone: forse perché quando si fa il corso base di kayak presso la nostra associazione è un imperativo imparare a dare la “pancia” (cioè pagaiare con lo scafo inclinato in modo da far virare il kayak) e quindi a noi Inuit del Lario viene più spontaneo usare questa manovra che avere la necessità di installare un timone. E’ sempre la solita questione di imprinting…

2 commenti:

  1. La mia esperienza col timone è un poco diversa.
    Negli anni '80 - '90 ho sempre utilizzato kayak senza timone, sicuramente divertenti o come alcuni ritengono: più tecnici.
    Solo successivamente ho scoperto che un buon timone, ribadisco: UN BUON TIMONE montato su un kayak idoneo, permette di pagaiare con maggior sicurezza in caso di forti venti e mare mosso.
    Con un buon timone è possibile dedicarsi esclusivamente alla propulsione.
    In impegnative condizioni meteo-marine è molto utile poter destinare tutte le proprie energie alla propulsione.
    Con kayak più "tecnici" buona parte delle mie energie erano necessariamente destinate a correzioni ed appoggi a scapito della propulsione.
    Oggi, ritengo che un buon timone permetta di affrontare una lunga escursione con maggior sicurezza anche in mare mosso e forte vento, ma il problema è anche che la maggior parte dei timoni per kayak non sono molto validi: pescano spesso poco, non sono continuativi rispetto alla poppa e si spostano durante la pagaiata, perciò piuttosto che avere un timone che funziona male, meglio non averlo.
    Ma se si cerca bene ...

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  2. Completamente d'accordo e aggiungo che il timone, già in posizione centrale, comporta una non proprio trascurabile resistenza all'avanzamento, che aumenta variando l'inclinazione della pala con le più o meno continue corrrezioni necessarie con il mare o lago in condizioni impegnative.
    Penso che il timone sia più utile nel caso di kayak sailing che non con il paddling dove la perdita di velocità per la resistenza del dispositivo é ben superiore alle eventuali perdite per correzioni di rotta con la pagaia.

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